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Whistleblowing e Covid-19: l'impatto della pandemia 

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Tra le numerose conseguenze del Covid-19, si è rilevato un aumento significativo del numero di segnalazioni di whistleblower. Secondo l’organizzazione di segnalanti Protect (Regno Unito), l’epidemia di Covid-19 ha causato un aumento del 74% dei casi di whistleblowing nel giugno 2020, rispetto all’anno precedente. Le persone che hanno chiamato la linea di assistenza di Protect hanno menzionato, tra le altre cose, problemi legati ai licenziamenti o all’uso improprio degli aiuti governativi a favore dei datori di lavoro.

Altri problemi hanno riguardato i rischi per la salute, come la mancanza di mascherine e dispositivi di sicurezza, o l’impossibilità di mantenere una distanza fisica di sicurezza.  

Quando si gestiscono le segnalazioni dei whistleblower, è sempre importante decidere se la cattiva condotta è di interesse pubblico o se si tratta piuttosto di una denuncia personale. È chiaro che le organizzazioni che ignorano la cattiva condotta in materia di salute associata alla pandemia, rischiano di esporre il pubblico al pericolo. I casi di whistleblowing relativi al Covid-19 possono riguardare non solo l’individuo che li segnala, ma anche altri membri della società.  Di conseguenza, anche queste segnalazioni possono soddisfare il requisito della cattiva condotta di maggiore interesse pubblico.  

Whistleblowing e Covid-19 a livello globale 

Le segnalazioni di whistleblowing relative al Covid-19 sono state ricevute in tutto il mondo. Uno dei segnalanti è stato il ricercatore italiano Francesco Zambon. Nell’agosto 2020, ha pubblicato un rapporto preoccupante su quanto l’Italia fosse mal preparata al momento dell’arrivo della pandemia. Il rapporto è stato ritirato il giorno successivo. Secondo Zambon, è stato sottoposto a forti pressioni da parte dei funzionari dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per apportare modifiche ai risultati nel suo rapporto. Zambon ha denunciato la cattiva condotta internamente, ma a sua detta è stato ignorato per diversi mesi, fino a quando ha deciso di dimettersi. In una lettera pubblica, Transparency International critica l’OMS per non aver protetto i segnalanti da eventuali ritorsioni e chiede una riforma delle sue procedure di whistleblowing. 

Altri segnalanti includono persone che lavorano nel settore sanitario e che hanno parlato della mancanza di mascherine e di altri dispositivi di protezione. Nel marzo 2020, l’ostetrica polacca Renata Piżanowska è stata licenziata dopo aver mostrato come il personale cercasse di proteggersi utilizzando mascherine fatte in casa con fazzoletti di carta ed elastici. L’ospedale non possedeva dispositivi di protezione adeguati, come mascherine, tute monouso e guanti. 

In Svezia, Stine Christophersen, assistente infermiera, e Ingrid Leirnes, segretaria medica, hanno subito ritorsioni da parte dei rispettivi datori di lavoro. Entrambe avevano criticato pubblicamente le carenze in termini di sicurezza dei pazienti durante la pandemia Covid-19. Per il loro impegno, Stine e Ingrid hanno successivamente ricevuto un premio whistleblowing da Transparency International Svezia per le loro segnalazioni. 

Quando si parla di whistleblowing durante la pandemia di Covid-19, forse uno dei segnalanti più famosi è il dottor Li Wenliang. Li Wenliang  ha cercato di avvertire della diffusione del nuovo virus a Wuhan, ma è stato messo a tacere dalle autorità cinesi locali. Lo stesso dottor Li Wenliang è rimasto vittima del Covid-19 ed è morto a soli 33 anni. 

In che modo le aziende e le organizzazioni possono gestire il whistleblowing in maniera corretta? 

I segnalanti rendono un grande servizio alla società e alle organizzazioni riconoscendo e lanciando l’allarme su una cattiva condotta. Sono ancora più preziosi in tempi di insicurezza globale. Il modo in cui l’organizzazione gestirà e risponderà alle segnalazioni di whistleblowing può essere cruciale per la reputazione dell’azienda. Un atteggiamento obiettivo e professionale è apprezzato sia dai dipendenti che dai proprietari dell’azienda e dagli altri stakeholder. 

L’aumento dei casi di whistleblowing durante la pandemia di Covid-19 dimostra l’importanza di una procedura di whistleblowing formulata in modo appropriato. La procedura deve essere pertinente e aggiornata, ed è anche consigliabile organizzare frequenti sessioni di formazione interna sul whistleblowing. I sistemi di whistleblowing devono essere facilmente accessibili e tutta la documentazione relativa al canale di whistleblowing deve essere alla portata di tutti. 

È inoltre importante prestare attenzione ai rischi emergenti man mano che l’organizzazione continua a crescere ed investite nel coinvolgimento dei dipendenti e nel loro benessere. È importante che i dipendenti ritengano di trovarsi in un ambiente sicuro e si sentano a proprio agio nel segnalare problemi interni e comportamenti scorretti. In questo modo è possibile evitare che i whistleblower denuncino esternamente o si rivolgano ai media, causando un potenziale impatto negativo per la reputazione dell’azienda. 

Dopo aver lavorato da remoto durante la pandemia di Covid-19, molti dipendenti stanno ora tornando in ufficio in diverse modalità. È innegabile che questo sia il momento giusto per creare un ambiente di lavoro sicuro per il rientro dei dipendenti.  

Sei interessato a saperne di più sulla nostra piattaforma whistleblowing e sui canali di segnalazione interni sicuri? Scopri di più sulla Direttiva UE sul whistleblowing e sulla legge n.179/2017 .

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